dedicato agli amici della C.O.
terribile indomato mobile
leggero ma capace
di schiantare.
se non fosse così, che senso,
che senso avrebbe, a voi
fratelli chiedo, rinchiuderlo
entro le mura della vigilanza?
centro, oltre cui nemiche
le ombre danzavano mescendosi
come idromele ignoto
nella notte, madre di paure.
punto vibrante
che attraversa i miti
annebbiati e confusi
betulleti, segno
alle navi in procinto di smontarsi
e ultima speranza ai marinai.
minaccia celeste
alle messi e alla vendemmia
ardore, oh tremendo
compagno, o segreto tizzone
che le ceneri anziane
del trapasso amano nascondere
perché non lo spenga
prima del tempo
il cielo, con mani rugose
e rapide, le None
ti rubano ai bambini
e festeggi nelle Sale degli Déi
ma sai sfondare città
e porte già temute
dalle vedove.
Oh fuoco, che prossimo
o remoto ti beffi di ogni legge,
la tua lingua inesausta
parla di casa e riparo
e dove ci insediamo
tu hai più dimora
e tenti. Di te a meno
nessuno fa.
Oh terribile, oh indomato
o mobile.
«Un giorno ci vedremo intorno al fuoco. Spero da amici e fratelli. Ma dico veramente che nessun uomo ha parlato intorno alla fiamma senza diventare diverso da quel che era, senza aver perso o preso qualcosa.»