Che cosa ho imparato da questa carcerazione domiciliare senza reato e da innocente.
Che conta solo la prossimità di chi ha giurato una vita insieme, non le conoscenze, non la società, non lo stato.
Che é bene non fidarsi della politica e delle autorità. Siate paranoici e preparatevi per tempo.
Che é meglio una vita spartana in mezzo ai monti che le diecimila comodità delle più moderne e grandi città. Luoghi che a uno schiocco di dita sono trasformate dai pagliacci al potere in squallide galere di solitudine, spioni e sofferenza.
Che il tuo prossimo quasi sempre fa schifo e che i social sono una cloaca.
Che non esiste noia per chi coltiva lo studio e la seria disciplina interiore.
Che l’informazione lavora per i porci, non per i cittadini.
Che una dimora sicura é dovere e premio dell’uomo giusto.
Che combattere per questo limitato presidio é premessa necessaria di piú ampie libertà.
Che é salutare cancellare dal proprio orizzonte gli indegni.
Che esiste solo un modo sano di rapportarsi al mondo ‘civile’ : allontanarsene il piú possibile.
Che non é mai tardi per agire di conseguenza.


