Poesiola a uso dei pezzi di merda. Lo spunto me lo ha dato questa notizia (mi scuso per il link alla testata, avvicinandosi l’ora del pasto serale)
Un poeta va dove van la folgore
e la nube incinta di tempesta,
va dove il gallo celeste
saluta con la cresta;
va dove l’oceano inabissa i suoi [profumi,
va dove sono rivolte, barricate e fumi;
va come vanno i fiumi
e dove stanno le brinate cime
va dove vuole e non ha confine.
Un poeta va dove vince
e dove pure sbaglia
e non chiede il permesso alla canaglia.