Il bosco mi ama. Ha un cuoricino per me, e me lo dona mentre lo sto tagliando. E io lo amo e lo ricambio con l’anima colma di gratitudine e pura gioia.

Eccole qua, le coincidenze splendide che fanno la differenza e mi permettono di dimenticare l’idiozia dell’esistenza urbana, professionale e consueta che mi avvelena senza posa. L’eccezionale mi aspetta ogni sera nell’ordinario dominio naturale, fatto di imprevisti prepotenti e vitali, diretti, che non chiedono regole o permessi. Anche questo è reale, ma è pulito, sano, orgogliosamente libero e felice. Si, felice, senza riduzione o eufemismi e senza il filtro della convenzione che si fa ipocrisia. Così un’altra coincidenza accompagna la mia bella fatica all’ascia e alla motosega. Il ciocco spaccato in pochi netti e precisi colpi si apre spontaneamente in una lettera, la L del mio amore. Basta e avanza per aver guadagnato una giornata memorabile. Incredibilmente passata senza scomodare chi sa che agenzia di viaggi, intrattenitore, spettacolo, festa o evento. Passata nella paziente e calma fatica del taglio. Il mondo trasuda “eventi”, ma quanti meritano la V maiuscola del Vero? Questo per me e pensato per me dal mondo, sì; è uno di quei momenti. Una felicità tutta mia che vale ogni sforzo. I muscoli dolenti ma non provati – e l’assenza del dolore alla schiena tipico di chi lavora male con l’ascia – mi confortano nel sapere che un po’ di tecnica dalla Spada mi è rimasta nel sangue. Così anche i piccoli inconvenienti, come un manico che si cricca, passano leggeri come vapori candidi nel cielo.

Così io mi rigenero e quel veleno non ha più potere su me.